A un certo punto bisogna andare, prendere il proprio cammino, partire per chissà dove, e allentare quindi i legami di sempre senza però spezzarli: il ritorno sarà poi naturale, un desiderio da assecondare.
Ma non tutti vanno, per indole, per eventi che esulano dal proprio volere: a volte tardiamo a prendere il volo anche perché potrebbe esserci qualcuno che non ci reputa pronti, che teme che il mondo là fuori sia troppo pericoloso per noi, e quindi meglio temporeggiare, «ancora un altro giorno!».
In Chissadove, di Cristiana Valentini e Philip Giordano, edito da ZOOlibri e più che piacevolmente stampato da noi di Società Editoriale Grafiche AZ per la quinta volta consecutiva, succede che una folata di vento porti via con sé tutti i semi che stavano su un ciliegio, e «per diventare alberi c’è chi volò al caldo sud, c’è chi volò al freddo nord, c’è chi volò vicino vicino, dentro un vaso su un balcone. E c’è chi andò lontano lontano, forse a chissadove». Tutti i semi, come è naturale, mossero verso il loro verde destino.
Tutti, tranne uno, un po’ diverso dagli altri, che di muoversi non voleva proprio saperne.
Il ciliegio dal cuore tenero provò a fargli coraggio, voleva che seguisse l’esempio degli altri semi, «di qua o di là? Di sopra o di sotto?», ma niente: il seme stava bene lì dove stava, sul ramo del ciliegio.
Intanto fecero capolino le nuvole, e c’era il rischio che piovesse e che il seme si ammalasse, davvero un tempaccio per mettersi in cammino… Il ciliegio infatti fu così premuroso da proteggere il seme con le sue foglie, «stai coperto!».
E dopo le nuvole riecco il sole, e attenzione ai raggi, potresti scottarti, non puoi mica partire ora, aspetta, «ancora un altro giorno!».
E tornò il vento, ma come si può andare senza un golfino? E poi per viaggiare ci vogliono le scarpe e tu non hai nemmeno i piedi, tantomeno i calzini, e la valigia, hai forse una valigia? No che non ce l’hai, e non hai nemmeno le mani per sollevarla.
Insomma, più il tempo passava, più il ciliegio sentiva di dover tenere con sé e proteggere il seme, anche dalla luce delle stelle, «dormi, dormi, solo un’altra notte!».
Qualcosa, poi, però accade, e il seme, così indifeso, che non ha neanche mai imparato a parlare, viene strappato via dal ciliegio dal cuore tenero.
Ma non disperate, i risvolti vi stupiranno, e non staremo di certo qui a raccontarveli: non vogliamo togliervi il gusto della meraviglia.
Chissadove è un albo dolce ed essenziale, come le sue illustrazioni, simili a ricami. E con la grazia delle foglie di un ciliegio, con la leggerezza di un seme, ha di che insegnare, forse ancor più agli adulti: i nostri piccoli devono andare, prendere il loro cammino. Diamo loro fiducia, sapranno cavarsela. E pur trovandosi chissà dove, ritorneranno, riempiendoci di orgoglio, e allora il cerchio si sarà chiuso.