Finalmente ci siamo, ci abbiamo messo un po’ ma eccoci! C’è stato qualcuno che ci ha detto “…ma la quarta parte, ve la siete dimenticata in qualche angolo dell’AZienda??”. Con una risatina, lo sapevamo che non avremmo più potuto esimerci! Le cose da raccontare, fortunatamente, sono tante. E infatti avrete notato che abbiamo iniziato a pubblicare anche qualcosa in più. Non ci resta che incominciare. Da dove? Ma dall’inizio! Vi prendiamo per mano per concludere la narrazione di questa bellissima storia. Che è… solo il principio. Seguiteci!
Ed eccoci di nuovo qui con voi, questa volta per concludere la nostra rilettura dell’articolo di Giuseppe Bonomi e Claudio Gallo, Fabbrica di sogni e di colori. Štěpán Zavřel e le Grafiche AZ.
E se da una parte questa mini serie volge al termine (qui gli episodi precedenti, 1, 2 e 3), dall’altra il nome di Zavřel non ha mai smesso di diffondere la sua eco, così come le macchine dei nostri laboratori, in quel di San Martino Buon Albergo, non si sono mai fermate, sfornando fogli su fogli, albi illustrati su albi illustrati che prenderanno il volo, e che forse, ce lo auguriamo, finiranno nelle vostre case.
E in quella «ardita ed efficace combinazione di tecnologia e poesia» che risponde al nome di Grafiche AZ – così come è stata definita dagli autori – Zavřel trovò la sua dimensione. «Prediligeva seguire direttamente le varie fasi di lavorazione delle sue opere. Tendeva a non rispettare le regole, i vincoli, i limiti della tecnica, quasi che le macchine potessero animarsi per entrare in contatto con la sua potenza creativa. Cercava sempre di raggiungere intensità di colore superiori a quelle consentite», si legge nella biografia pubblicata sul sito web della casa editrice Bohem Press, che Zavřel fondò in Svizzera insieme a Otakar Bozejovski von Rawenoff.
Allora il correttore delle bozze di stampa era Leo Pizzol – tenete bene a mente questo nome, presto, sempre su questo nostro blog, ne risentirete parlare… –, che ancora ricorda come Zavřel, spesso in compagnia dell’illustratore Fulvio Testa – i due avevano avuto modo di conoscersi in occasione dell’inaugurazione della galleria d’arte moderna Studio La Città –, amasse intrattenersi negli uffici di Grafiche AZ, e come nei giorni in cui le macchine avrebbero terminato di stampare gli albi con le sue illustrazioni, Zavřel non mancasse di controllare di persona, più e più volte nel corso della notte la resa del colore dei primi stampati.
Ma prima ancora che il processo di stampa partisse, sempre avviato, poco prima della mezzanotte, da Franco Armano, c’era da aspettare che Zavřel finisse di preparare il menabò appiccicando i testi a mano, e per un solo titolo potevano volerci anche tre giorni!
Insomma, ci si muoveva su uno sfondo di magia, che pure cresceva, spargendo i suoi colori.
Infatti dal rapporto di Zavřel con Grafiche AZ, che ai nostri occhi, oggi, sembra avere tutti i crismi di una combinazione astrale, nacquero a cascata legami, collaborazioni ed eventi che avrebbero lasciato il segno nel mondo dell’editoria per l’infanzia.
Tramite Franco Armano, Zavřel conobbe infatti colui il quale sarebbe poi divenuto il suo fotolitista di fiducia, nonché fotolitista di Grafiche AZ, di Bohem Press, di Andersen Press, di Neugebauer, di Nord-Süd, ovvero Ermanno Beverari. Per Zavřel soprattutto un «amico fedele».
E tramite Zavřel e Bohem Press, Grafiche AZ espanse il suo raggio d’azione, e il volo dei suoi albi illustrati prese traiettorie internazionali. Furono strette relazioni con grandi case editrici estere: oltre ad Andersen Press, sempre in Inghilterra Random House Century Group e Abelard-Schuman; in Germania AliBaBa, Verlag an Der Este e Ravensburger; in Belgio Pastel e Duculot; in Austria Neugebauer Press, oggi Minedition; in Svizzera Nord-Süd; in Francia L’Ecole des Loisirs e Le Chat; oltreoceano, in America, Tambourine ed Enchanted Lion Books. Alle quali si aggiunsero le italiane Camelozampa, Lapis, Lupoguido, Minibombo, Orecchio Acerbo, Terre di Mezzo, Topipittori (e tanti altri!).
Come se non bastasse, poi, capitava spesso che alcuni tra i più grandi illustratori al mondo si ritrovassero a festeggiare qualche ricorrenza, tutti insieme, proprio negli uffici di Grafiche AZ.
Da lì, la Mostra annuale degli Illustratori, sin dal 1967 a cura della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna – la Bologna Children’s Books Fair -, affidò a Grafiche AZ la stampa dei suoi cataloghi, e lo stesso fece la mostra Le immagini della fantasia di Sàrmede – tenete bene a mente anche quest’altro nome, ci darà, vedrete, tante e tante soddisfazioni –, nata nel 1983 e attualmente a cura della Fondazione Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Štěpán Zavřel.
E se il tono di queste ultime righe sembra suggerire che la storia della Fabbrica di sogni e di colori finisce qui, beh, non è così, proprio no. E per fortuna!
La storia di Grafiche AZ è oggi in corso più che mai, e da ciò che ha vissuto nei suoi cinquantun anni di narrazioni e albi illustrati, trae alimento per i tempi a venire: e se qualcuno, magari un grande nome appartenente agli anni di cui vi abbiamo appena raccontato, narrasse a sua volta la sua esperienza, se desse voce ai suoi ricordi, voi che ne dite, potrebbe venirne fuori qualcosa di interessante? Noi crediamo proprio di sì!
E nel ringraziarvi per essere stati con noi, non ci resta che aggiungere che la storia continua e si arricchisce: siamo più che certi avrete modo di divertirvi!