E così, cammin facendo, siamo giunti alla terza puntata: proprio sul più bello l’aver annunciato novità innovative sul campo di titoli inediti datati 1949 – JEAN RAY –, il lancio di un nuovo sito, e servizi nuovi per l’editoria che ci stiamo accingendo a proporre, eccoci a raccontarvi del magico binomio tra Štěpán Zavřel e le Grafiche AZ.
Nel terzo episodio della storia dal titolo Fabbrica di sogni e di colori, rileggiamo l’omonimo articolo di Giuseppe Bonomi e Claudio Gallo. Štěpán Zavřel e le Grafiche AZ è il suo sottotitolo, ormai fisso nella nostra memoria, nonché causa di una meravigliosa esplosione di colori al solo ripensarlo.
Dicevamo, il binomio Štěpán Zavřel e Società Editoriale Grafiche AZ rappresenta una pietra miliare nella storia dell’albo illustrato e dell’editoria per l’infanzia, una congiunzione astrale, che al di là dei rapporti umani, di profonda amicizia e reciproca stima, ha forse trovato nella città di Verona lo sfondo più adatto: «l’ancora intatta bellezza del capoluogo scaligero» attenuava in Štěpán Zavřel «la nostalgia per la terra natia cui non poteva fare ritorno», a causa delle tensioni geopolitiche dell’Europa dell’epoca (incredibile doverle rivivere oggi!), divisa dalla cortina di ferro.
«Nella sua vita questo importante crocevia geografico assunse un significato rilevante, perché egli vi incontrò quelle professionalità che lo avrebbero aiutato nel suo straordinario percorso artistico, percorso che vede nei piccoli lettori un punto di riferimento importante», leggiamo nella biografia pubblicata sul sito web della casa editrice Bohem Press, fondata in Svizzera proprio da Štěpán Zavřel e Otakar Bozejovski von Rawenoff, di cui l’illustratore ceco divenne in breve direttore artistico.
A noi piace aggiungere che quei «piccoli lettori», «punto di riferimento importante», sarebbero cresciuti, e non ci viene difficile immaginare che da adulti avrebbero ripreso in mano gli albi illustrati della loro infanzia, per leggerli ai loro piccoli, spalancando loro le porte magiche dell’immaginazione. Mirabilia.
Ed è a Grafiche AZ che il direttore artistico della Bohem Press, Štěpán Zavřel, si affida per la stampa delle sue opere. Piena fiducia quindi a Giorgio Aldegheri e Franco Armano della piccola grafica in Corso Milano, che ai tempi con due soli dipendenti tagliavano la carta, controllavano la resa e la qualità dei volumi stampati, li impacchettavano e li spedivano (in Azienda abbiamo ancora la taglierina originale usata dai fondatori, data 1972, come cimelio). Un insieme di operazioni, dalla A alla Z, un arco, dicevamo, con diverse frecce nella faretra: competenze, entusiasmo, intuito, passione, e una scelta precisa, che avrebbe innovato il mercato degli albi illustrati, ovvero la sostituzione della tradizionale carta uso mano con una carta patinata, più pesante e brillante, capace di valorizzare come mai prima di allora le immagini.
Qualcosa di molto simile a un paradiso, almeno per un illustratore come Štěpán Zavřel, che nell’«officina» Grafiche AZ, «suo vero laboratorio artistico», era solito affermare che il libro finito, stampato, dato alla luce, era «meglio degli originali». Un riconoscimento non da poco.
E dunque la Fabbrica di sogni e di colori inizia a muovere i primi passi e a tracciare il suo arcobaleno, tra aneddoti imperdibili che riguardano proprio Štěpán Zavřel, ma anche Fulvio Testa, l’illustratore veronese che entrò presto nell’orbita della Società Editoriale Grafiche AZ, insieme a tanti e tanti altri nomi, autori, illustratori, editori di tutto il mondo.
Di cui vi diremo nel quarto e ultimo episodio della Fabbrica di sogni e di colori. Siamo quindi quasi giunti in fondo, e vi confidiamo che già avvertiamo una punta di nostalgia per la fine di questo, nostro, e vostro, splendido racconto. Ma la nostalgia di solito viene appagata da un nuovo flusso di novità, di nuovi progetti, di nuove opportunità. Eh sì, perché da che mondo è mondo, l’uomo si evolve (si spera!) e scova sempre nuovi stimoli. E noi speriamo davvero col cuore di poterne fornire sempre di più.