Interpretare la realtà con i soli filtri del bianco e del nero può essere un limite, ma se qualcosa si insinua tra i due blocchi di colore ribaltando la rigida prospettiva di partenza, il bianco e il nero assumono tutt’altro valore, tanto da prendersi gioco della percezione e arricchire in definitiva l’animo.
Accade in Lupo nero, di Antoine Guilloppé. Si tratta di un silent book considerato punto di riferimento nel suo genere, edito in Italia da Camelozampa e stampato da noi di Società Editoriale Grafiche AZ.
Con il bianco e il nero Antoine Guilloppé dà vita a una storia ben più ricca di quanto si possa supporre, anche perché là dove l’immaginazione si trova circoscritta sa come mettersi in moto, e spesso vola via, senza peso.
Passo dopo passo, sulla neve, un ragazzo si inoltra nel bosco, e le illustrazioni di Antoine Guilloppé, sin da subito, al profilarsi degli alberi con l’intrico dei loro rami, ci suggeriscono che qualcosa accadrà, inevitabilmente.
E in effetti di colpo due occhi bianchi squarciano il buio e la sagoma di un lupo nero si mette sulle tracce del ragazzo che, ignaro, procede.
Antoine Guilloppé rende d’ovatta l’atmosfera, ha la capacità, con il solo gioco del bianco e del nero, di far sentire tra il silenzio degli alberi il suono lieve dei passi che affondano nella neve.
Forse non è vero che non c’è spazio per le sfumature tra il bianco e il nero. Forse è il caso di dare credito anche alle ombre, tali per effetto di luce.
Riprende a nevicare, spunta un gufo, il ritmo cambia.
Il ragazzo si accorge di non essere solo, ma di essere inseguito, e allora corre, corre nella neve, il lupo gli è sempre più vicino, e come si può pensare di sfuggire a un lupo nel bosco?
Vediamo dal basso, da terra, il gufo in volo ad ali spiegate.
Che cosa è successo?
Niente che sarà qui svelato.
Vi diciamo solo che Lupo nero regala una sorpresa, al tempo stesso spiazzante e risolutiva.
Senza i cinque sensi e le loro convinzioni sarebbe difficile orientarsi, certo.
Ma anche la percezione scivola sui suoi stessi inganni, e non è detto che sia un male.
Lupo nero ce lo insegna, senza clamore e solo con il bianco e il nero.
E crediamo proprio che sia un grande merito.