Togliere i colori al mondo sarebbe forse come togliere i pensieri alle persone che il mondo abitano, e che con i loro stessi pensieri proprio al mondo danno colore.
E i colori, come i pensieri, hanno delle tonalità, che spesso, un po’ come pare a loro, aggiungono e sottraggono luce all’umore, facendo così il bello e il cattivo tempo. Ma come il sole insegna, anche il buio è prezioso, perché le stelle che di notte vestono il cielo sono promesse: i raggi luminosi non tradiscono, torneranno. È sempre bene ricordarselo.
Per Hermann Melville, in Moby Dick, acqua e meditazione sono sposati per sempre, e forse un legame così intenso e irresolubile tiene assieme anche i pensieri e i colori che animano le pagine di Nella testa di Alice, scritto da Leonardo Aldegheri e illustrato da Stefano Arturi.
Noi di Società Editoriale Grafiche AZ siamo stati felicissimi di curarne la stampa, mentre a La Margherita Edizioni se ne deve la pubblicazione, nell’agosto del 2020. Sono quindi trascorsi poco più di tre anni, e allora perché non festeggiare, oggi, il compleanno di Nella testa di Alice?
Alice è una bambina piena di vita, facile intuirlo, basta darle anche solo una rapida occhiata: eccola in spiaggia a raccogliere le conchiglie colorate, e chissà quante ne avrà collezionate. Saranno tante quante i suoi pensieri? Perché di pensieri Alice ne ha tanti, «ma proprio tanti», pensieri che si diffondono, crescono colorati come fiori, si diramano, di qua, di là, e insieme ad Alice finiscono sui tetti e per le strade della città, e non contenti si mettono addirittura a volare, sempre più su, coloratissimi, fin nello spazio…
Tenere a bada i pensieri è davvero impegnativo, anche perché cambiano spesso direzione, e in un attimo stanno già ridiscendendo, con il paracadute e tra i colori, fin dentro al mare, a far compagnia ai pesci. Salvo poi ritrovarsi «sul collo lunghissimo di una giraffa»: sono pensieri alti, capaci di raggiungere pure le mongolfiere, sono leggeri, volano come fogli colorati, perché senza leggerezza non si vola, proprio no.
Si è pesanti, senza leggerezza, e si è tristi, e quando si è tristi, molto tristi, non è che piova, semplicemente: è un vero e proprio temporale, è un mare in tempesta.
Ma Alice, dicevamo, è una bambina piena di vita, e vede ciò che gli altri non vedono: il suo ombrello, capovolto, galleggia!
Alice vuol tornare a essere felice, e «anche il temporale può rivelarsi una fantastica sorpresa»: il lampo che squarcia l’oscurità non è la voce grossa del cattivo tempo, è se mai la luce che avvisa del suo ritorno, portando il sereno. E Alice riprende a sorridere! E forse è anche un po’ cresciuta…
Nella testa di Alice è risata e sussurro insieme, racconta di una voglia matta di essere felici e di cercarla ovunque, la felicità, anche quando le nubi si addensano.
Lasciamo che i pensieri fluiscano, sembra suggerire lieve Leonardo Aldegheri, accompagnato dalle illustrazioni di Stefano Arturi, prendiamoci la felicità, e la tristezza, quando tocca – perché tocca –, e soprattutto siamone consapevoli: tanto non si affonda, a patto che si voglia restare a galla, e ancor di più se si vuole riprendere a volare.
È per tutti, Nella testa di Alice. Per i bambini, che quando cadono si rialzano per continuare a giocare, e per gli adulti, che sono diventati tali in virtù di certi immancabili inciampi e che ora, forse, tra gli innumerevoli pensieri e colori della vita, hanno anche maturato la forza per sorriderne.