Da cosa nasce cosa, recita l’adagio, e sotto certi rispetti c’è anche la scienza a dimostrarlo, noi tutti infatti siamo qui e siamo quello che siamo in virtù di un’esplosione, il Big Bang, quando da un che di indeterminato, a detonazione avvenuta, le cose del mondo di pezzettino in pezzettino iniziarono a prendere forma.
I pezzettini via via si organizzarono, ognuno assunse un ruolo e le cose incominciarono a scorrere nella loro rassicurante normalità.
Poi però tra tutte queste cose ben incasellate fece la sua comparsa un coso, e “nessuno sapeva cosa fosse”, e giù a chiedersi a che cosa servisse, a passarlo ai raggi X, a deriderlo.
Non era “abbastanza”, non era “né questo né quello”.
Si sa, la normalità è rassicurante tanto quanto è apparente, la diversità insospettisce e a volte spaventa, addirittura.
Un coso, di Marianna Coppo, edito da Uppa, e di cui noi di Società Editoriale Grafiche AZ abbiamo avuto il piacere di curare la stampa, è un albo illustrato di una tenerezza disarmante, è davvero una carezza inaspettata, di quelle capaci di far cambiare direzione alle cose.
In positivo, naturalmente. Sia alle cose che ai cosi.
Perché succedono cose, anche al coso, appunto, che di punto in bianco, nel momento più buio, triste e sconsolato perché inadatto – pare – a tutto, finisce in un parco e incontra un bambino.
E lì, un semplice “Ciao!” spalanca tutto un mondo al coso, che finalmente con il bambino si sente a suo agio, forse anche essere un coso, in fondo, ha un senso.
Giocano, il bambino e il coso, giocano in modi innumerevoli, stanno bene insieme, si divertono, “quel giorno, il coso fu molte cose”, anche un riparo all’arrivo della pioggia.
È l’amicizia, quella vera, che passa per la piena e incondizionata accettazione dell’altro, sia pure come sia.
Agli occhi di un bambino non si è mai un coso, non si è mai niente, anzi.
E forse Marianna Coppa, con il suo Un coso, vorrebbe non smettessimo mai quegli stessi occhi, anche nei nostri stessi confronti.
Occhi che non conoscono il niente e sono pieni, nell’innocenza, di tutto.
Ma quanto è bello, Un coso?